Piantedosi va sfiduciato, basta criminalizzare i salvataggi

Intervista ad Avvenire, di Matteo Marcelli, giovedì 9 marzo 2023

Per Matteo Orfini, deputato ed esponente di punta del Pd, le due informative del ministro Piantedosi sulla tragedia di Cutro, non solo non hanno fatto chiarezza ma, se possibile, hanno addirittura «amplificato le perplessità e i dubbi su quanto accaduto».

Onorevole, il ministro non l’ha convinta insomma.

Per nulla. Nonostante siano passati giorni dalla tragedia, Piantedosi non ha fatto chiarezza sulla catena decisionale e non ha neanche chiarito perché, nonostante ci sano state almeno tre occasioni per farlo, non sia stata attivata una procedura di ricerca e salvataggio. È evidente che stiamo discutendo di un naufragio evitabile, che però non è stato evitato. È chiaro che c’è stato un errore.

Lei crede ci sia una responsabilità del governo per la tragedia?

Abbiamo chiesto chiarimenti proprio per individuare le responsabilità ma questo non è stato fatto, né in commissione né in Aula. La ricostruzione del ministro è stata abbastanza contraddittoria: nel momento in cui al posto &una procedura di ricerca e salvataggio, se ne apre una di polizia e si fa uscire in mare la Gdf (che non ha i mezzi della Guardia costiera); poi la stessa non è in grado di raggiungere il barcone ed è costretta a tornare indietro e a quel punto non si attivano i soccorsi lasciando un barcone alla deriva, è ovvio che si compie una scelta sbagliata. Chi l’ha fatta ce lo doveva dire il governo. Dopo di che, visto che c’è un’inchiesta, a questo punto le responsabilità le chiarirà la magistratura. Però si pone un punto politico.

Quale?

C’è una campagna politica da parte del governo di criminalizzazione delle operazioni di salvataggio e si tende a considerare chi opera per salvare vite umane come l’extrema ratio. Se c’è un barcone alla deriva si tratta la “pratica” come una operazione di polizia, non di salvataggio, e lo si fa per ragioni ideologiche.

Piantedosi si deve dimettere?

Abbiamo chiesto due volte al ministro di chiarire la vicenda e lui non lo ha fatto. Poi ci sono le sue frasi poco dopo la tragedia (quelle sui migranti che non dovrebbero rischiare la vita dei loro figli tentando un viaggio disperato, ndr.), che da sole giustificano una richiesta di dimissioni. Fino a prova contraria il suo ministero aveva in capo la gestione delle operazioni. Siamo di fronte a un errore che ha comportato una strage (non suo personale certo), decine di morti, superstiti a cui non si danno risposte. Non so cos’altro serva per chiedere le dimissioni di un ministro. Credo, anzi, che sarebbe opportuno formalizzare questa richiesta e valutare la presentazione di una mozione sfiducia.

Cosa ne pensa del caso delle salme spostate a Bologna e in altri luoghi?

Quando, assieme alla nostra segretaria, siamo stati a Cutro e poi nel Cara di Crotone, i superstiti ci hanno posto ripetutamente il tema del rimpatrio delle salme e noi lo abbiamo segnalato alle autorità. Ho la sensazione che dal ministero dell’Interno non si sia dialogato molto con i migranti sopravvissuti e i fatti di oggi (ieri per chi legge ndr.) lo dimostrano. Mi pare che una vicenda così drammatica sia stata gestita dal governo con assai poco dialogo e umanità.

Che cosa pensa del ruolo dell’Ue su questo tema?

È chiaro che dobbiamo superare delle politiche sbagliate (avallate anche dal centrosinistra di questo Paese) che si sono basate, per esempio, sull’“esternalizzazione delle frontiere”; come se invece di gestire i flussi si potesse appaltarne il contenimento a regimi autoritari: una strategia fallimentare. Poi c’è il trattato di Dublino (che ricordo fu sottoscritto dal centrodestra). Ed è ovvio che avremo bisogno di ripristinare una missione di salvataggio europea e di aprire canali legali per chi ne ha diritto.