Il futuro non è in streaming

Il futuro non è in streaming

Vi avevo raccontato che mentre facevo la battaglia per i precari della scuola stavo lavorando agli emendamenti per i lavoratori e le imprese della cultura. Che vivono anche loro spessissimo in una condizione di precarietà e insicurezza sociale piuttosto drammatica. Che questa crisi ha terribilmente aggravato. Soprattutto chi fa spettacolo dal vivo oggi è davvero in difficoltà. Parliamo di tanti artisti, tanti tecnici, tante imprese.

Ho presentato insieme ad altri una serie di proposte che migliorano il decreto rilancio estendendo le protezioni ai lavoratori intermittenti del settore, aiutando con sostegni fiscali le tante imprese e i tanti luoghi dove si faceva e spero si tornerà a fare ogni sera musica dal vivo.

Ho previsto finanziamenti specifici per la musica e per sostenere chi prova a farla ripartire davvero. Non in streaming ma dal vivo e in piena sicurezza.

Credo sia giusto farlo per tutti quei lavoratori che si ostinano a fare tra mille difficoltà un lavoro complicatissimo ma bellissimo. Ma anche per tutti noi che forse in questi mesi drammatici di lockdown ci siamo resi conto di quanto sia importante la cultura.

In queste ore molti grandi artisti della musica italiana, da Calcutta a Brunori, da Cremonini ai Subsonica, dai Negrita ai Negramaro a Piero Pelù e tanti altri, stanno chiedendo che gli emendamenti a favore del settore vengano approvati.

Sono appelli importanti per non ritrovarci #senzamusica. Noi lavoreremo per riuscirci.

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